Toby dammit
È il dodicesimo film e Fellini torna a chiarirci le sue idee. Da
notare l’importanza della Ferrari che ha un significato ben
preciso per comprendere un lato dell’abisso: "l’accelerazione".
Completa così la sua teoria sulla "geometria dell’abisso".
L’inizio del film avviene in aeroporto dove ci sono
musulmani che pregano e commercianti ebrei al lavoro, mentre
fuori passa la processione dei cristiani. Con questo il Maestro
apre una parentesi su Cristo per distinguerlo dal concetto della
religione. Definirà perfettamente chi è il vero Cristo nel
successivo film, Fellini Satyricon.
In Toby Dammit è come se mettesse la macchina da presa
dentro al cervello dell’uomo, quasi dentro il pensiero dal quale
scaturisce la religione in un tutt’uno confuso. Mette in scena un
protagonista già famoso, intossicato dalla droga, e talmente
"sfortunato" che neanche la zingara vuole leggergli la mano.
In ogni film troviamo un riferimento ai lavori precedenti o
qualche anticipo di quelli successivi. Se nelle opere passate è
stata rappresentata la vigliaccheria della figura maschile, qui
vengono descritti gli ultimi momenti della vita dei protagonisti
presenti in alcuni dei suoi film antecedenti.
Noi conosciamo già la disperazione della fine degli uomini
nei suoi precedenti film. Non sappiamo però in che modo hanno
trascorso i minuti che precedevano quella disperazione e in
quale stato si siano trovati. Ecco perché arriva Toby. È l’oppio, e
non a caso appare con i gruppi religiosi in un'atmosfera buia e
nauseante. Non ama niente, è aggressivo, non accetta nessuna
critica e, come Fellini, crede che ogni religione non accetti mai
critiche e che sia aggressiva nei confronti delle altre religioni.
Toby vuole sposarsi perché si sente incompleto e incapace
senza una donna e il suo disagio nasce proprio da questo. Lui
non è altro che Zampanò ma, nel contempo, rappresenta anche
tutti i ragazzi ne I Vitelloni, i vigliacchi nel Bidone e Oscar in Le
Notti di Cabiria. Toby è tutti loro, in un momento ben preciso
della loro vita: quello della disperazione. L'uomo viene
sorvegliato dalla vita che lo costringe, con la massima velocità
come una potente auto da corsa, ad agire per distruggere sé
stesso. In quei momenti, nel suo pensiero appare un tunnel buio
che lo conduce, con la massima accelerazione, verso il suicidio.
Toby è anche lo stesso uomo di Amarcord che sale sull’albero
gridando "Voglio una donna"; la sua solitudine e la sua
distruzione dipendono dalla mancanza di una donna.
Fellini, dopo aver provato l’LSD, capisce che il potere del
sentimento è più forte di qualsiasi droga ed esce sempre
vittorioso da ogni battaglia. È certo che nel profondo dell’uomo
esiste il sentimento ma non l’inconscio, che è solo una fantasia.
Tutto il film si svolge come se fosse l'ultimo minuto di una
vita piena di illusioni. Questo minuto viene rappresentato
dall'accelerazione e dalla velocità della Ferrari, quando la vita si
avvicina all'alba per poi precipitare vertiginosamente.
I percorsi del pensiero e del sentimento sono separati da un
filo sottile. I desideri presenti nel pensiero non sono tutti
raggiungibili; sono però presenti al di là del ponte che Toby si
trova davanti all’improvviso. Oltre il ponte c’è la luce, cioè il
sentimento, e per raggiungerlo è necessario uccidere il pensiero
impersonato da Toby.
Il film sottolinea che, quando si rompono i propri princìpi, si
entra nel tradimento; in pochi secondi si sprofonda nell’abisso,
esattamente come è successo all’intellettuale, autore
dell’omicidio-suicidio in La Dolce Vita. La ragazzina al di là del
ponte con un pallone in mano è la stessa ragazzina con il
palloncino bianco nell’orgia finale ne La Dolce Vita.
In pratica non c’è un protagonista maschile in questo film,
sebbene Terence Stamp nel ruolo di Toby Dammit sia
eccezionale. L’unica protagonista è la Ferrari, anzi la sua
accelerazione.
[...]
Di certo Toby è un uomo che, prima della sua comparsa sullo
schermo, aveva già effettuato un lungo percorso nelle opere di
Fellini. Altri uomini con le stesse caratteristiche erano stati
protagonisti in tutti i suoi film precedenti.
Toby già dal primo momento in cui compare porta con sé tutti
i suoi problemi, compresa la sua disastrosa situazione psicologica.
Tanto è vero che la zingara, che rappresenta Fellini, all’inizio
legge perfettamente il suo futuro. Toby è uguale a Marcello ne
La Dolce Vita che, dopo avere "scaricato" Emma dalla macchina,
si lancia a grande velocità nel buio.
Toby rappresenta il pensiero che non si sazia mai e il film è
l’accelerazione del pensiero insaziabile.
Vediamo ora con attenzione quali somiglianze esistono tra
l'opera felliniana, la dottrina di Don Juan e la celebre opera
shakespeariana "Amleto".
Toby è Amleto, è Don Juan, ed è lo stesso Fellini. Accertata
questa trilogia della somiglianza, possiamo considerarla il cardine
della concezione del cineasta, ovvero "la trasformazione". Anche
in Prova d'Orchestra il direttore, durante la pausa, afferma di
volere compiere la Transustanziazione cioè la totale conversione
del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Questo
lavoro è l'esplosione della creazione del linguaggio felliniano.
È risaputo che il Regista riminese era molto curioso, tanto da
voler conoscere il mondo degli stregoni; è anche noto che in
concomitanza con Giulietta degli Spiriti e prima del Toby
Dammit abbia assunto l'LSD.
[...]
Dal momento in cui inizia il film Toby Dammit fino alla fine,
ci sono cinque tappe importantissime nella concezione felliniana
che "Toby" percorre: 1°- L'aereo e l'aeroporto, 2°- il suo tragitto
dall'aeroporto fino alla stazione televisiva, 3°- il programma
televisivo, 4°- la cerimonia della premiazione in suo onore e 5°-
il suo percorso con la Ferrari, dalla cerimonia fino al ponte.
Ogni tappa corrisponde agli effetti, esattamente e gradualmente
in maniera crescente, dell'assunzione dell'LSD da parte di Fellini
fino alla sua allucinazione completa.
L'inizio del film corrisponde all'episodio in cui "Toby" o
Fellini assume l'LSD ed ha la sensazione di volare nei cieli; man
mano che l'effetto agisce e aumenta, giunge la nausea, che viene
rappresentata dall'offuscamento delle scene in colore rosso
opaco, con la presenza dei musulmani nelle preghiere
giornaliere; sono gli stessi che successivamente compaiono in E
la Nave Va.
[...]
Prontamente arrivano i fotografi, i soliti paparazzi felliniani, i
cui flash ricordano la pianta di Peyote della Mescalina. Toby,
infastidito dalla luce dei flash, si copre gli occhi con un
fazzoletto bianco: altro non è che il fiore bianco che
contraddistingue la predetta pianta. Spinto dai fotografi sulla
scala mobile, Toby passa al piano superiore: questo momento
indica il suo stato, e cioè lo spostamento da una dimensione
allucinata ad un'altra. In effetti, dice di non sopportare i lampi
(la luce) e vive soltanto di notte (il buio). Raggiunge, dunque, il
suo stato di delirio: simula un ballo e davanti a sé vede una
ragazzina bionda che gli lancia un palloncino bianco. [...]