L'AUTORE



Jamshid Ashough è nato in Iran nel 1957 da una famiglia musulmana sciita ed è cresciuto a Khorramshahr, una cittadina al confine con l’Iraq.
In età adolescenziale, appassionato di cinema, vede per la prima volta il film Amarcord di Fellini in un centro culturale che frequentava in Iran. Non afferra appieno il concetto del film, però il sentimento che da esso traspare si incrocia perfettamente con i suoi sentimenti.
Nel 1979 in Iran avviene un cambio di regime: la dinastia di Pahlavi viene espulsa e la dinastia religiosa di Khomeini si insedia.
In seguito a ciò, purtroppo, si viene a creare un clima dittatoriale e violento che inasprisce gli animi, esacerbati anche dalla guerra che era appena iniziata con l’Iraq.
La politica di Khomeini, basandosi sulla religione applicata all’estremo dei suoi fondamenti, genera violenza e porta morte e distruzione. Sotto il suo regime si chiudono le Università e non potendo proseguire i suoi studi Jamshid si prefigge di continuarli altrove. Ha 22 anni; sceglie l'Italia, il Paese che maggiormente lo affascina per la sua cultura, un Paese che gli offre l’opportunità di inserimento, senza dubbio più consono al suo temperamento. In Italia ottiene l’assoluta libertà di pensare. In Iran le due dittature, religiosa e politica, negano spazio alla popolazione e soprattutto alla cultura, con l’intento di controllare il popolo che rimane illetterato, debole e sottomesso. Senza la cultura si determinano regressione e povertà. L'autore sostiene che la religione del suo Paese, alla quale era legato dalla nascita, alza ovunque un muro di separazione e di odio tra i popoli, tra l’uomo e la donna ed anche tra l’uomo e gli animali.
La sua gente, nell’alternarsi ciclico delle due dittature, non respira più aria di libertà ma rimane sempre ad esse schiava. A ventiquattro anni decide di smettere di leggere e di non toccare altro libro se non i "tomi universitari", affinché potesse "riposare" la sua mente, recuperare la sua identità e ritrovare se stesso.
La sua astinenza dai libri dura sedici anni durante i quali dimentica tutto ciò che aveva letto in passato, si svuota completamente dagli "spiriti maligni" della sua religione e dei libri letti, proprio come succede a Giulietta in Giulietta degli Spiriti. Nel frattempo si laurea in medicina e solo a quarant'anni ricomincia a leggere al di fuori dell’ambito professionale, ed è ancora Amarcord la prima lettura che ritrova.
Per fortuna nessun libro lo cerca più e l’unica cosa che ogni tanto bussa alla sua porta è Amarcord per rammentargli: "Dai, non avere ricordi amari, ricordati di me".
Fellini si ripropone ad Ashough con Amarcord, primo approccio felliniano, ed entra in lui in punta di piedi, per esplodere poco dopo in una vera passione che porterà l’autore a studiare il Maestro e le sue opere, elaborare nuove teorie e decidere di dedicarle ai lettori ed amanti della letteratura felliniana.
In questi lunghi anni Ashough ritrova se stesso, o meglio il sentimento che lo rigenera e gli fa conoscere l'amore di Cristo, sinonimo di abbattimento di tutte le barriere tra gli uomini, per la pace, la giustizia, l'uguaglianza. Attualmente vive in Italia e svolge la professione di medico.

PUBBLICAZIONI


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Articolo apparso su PrimaPagina edizione Giugno 2014 - di Roberto del Latte

INTERVISTE


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